“…La pratica di scattare foto, per me, si trova tra l'inconscio e il conscio. Quando si verificano emozioni e pensieri complessi, prendo la mia macchina fotografica…” – Young Chul Kim
Sentire prima di vedere, la monografia di debutto del fotografo sudcoreano Youngchul Kim, incarna poeticamente il potere riflessivo del mezzo.
Vincitore del Premio Sony per la fotografia coreana nel 2020 Kim, nata a Seoul, è una fotografa e regista, nonché co-fondatrice dello studio creativo, Sale. Ha iniziato a fotografare durante la sua adolescenza, ispirato da artisti del calibro di William Eggleston, Saul Leiter, Andre Kertesz, Nan Goldin e Alec Soth. Ha continuato a studiare fotografia a Londra, dopodiché è tornato in patria.
Sebbene, almeno in superficie, la fotografia appaia un processo essenzialmente trascritivo, in realtà non ritrae la verità assoluta. Ogni immagine, per quanto schietta, è in realtà una visione soggettiva, priva di contesto o sfondo (in particolare quelli non accompagnati da testo) che spesso ci dice di più sul fotografo che sul soggetto. Questo è il cuore di queste immagini, perché ognuna è un'espressione della sensibilità transitoria di Kim (nel momento in cui ha scattato l'obiettivo).
Catturati in un periodo di nove anni, frammenti di vita quotidiana in luoghi disparati in tutto il mondo vengono trascritti e offerti senza narrativa o agenda. Accuratamente curati, tessono un'allegoria avvincente, collegata da un ritmo tenue di toni sottili.
Collettivamente dimostrano l'impressionante occhio di Kim per il colore e la notevole destrezza. Ancora più convincente, esprimono anche la sensibilità distinta di un artista che, per sua stessa ammissione, ha affrontato numerose sfide nel forgiare una pratica creativa che è fondamentalmente intrecciata con il suo stato d'animo.
In generale, queste immagini possono essere classificate come "street photography, ma non nella tradizione di Gilden or Parr, o addirittura gran parte delle offerte "caleidoscopiche" che dominano il genere oggi.
Questi sono qualcosa di più complesso; più riservato; più calmo, a volte, anche ritirato (sia in senso letterale che figurato). I soggetti umani spesso trasmettono una pensosità, persino una malinconia: seduti, con lo sguardo fisso nel vuoto, gli occhi chiusi o con la testa tra le mani.
Nelle sue note conclusive, Kim riflette sull'uso della fotografia come mezzo per elaborare emozioni complesse, ed è forse istruttivo che quasi, se non tutte le immagini, siano state catturate in luoghi al di fuori della sua terra natale. Nonostante la natura spesso innocua dell’argomento, Parigi, California, Londra e altre aree più provinciali delle isole britanniche sono tutte distinguibili.
Forse sono manifestazioni del desiderio di Kim, dell'incrollabile malinconia che spesso aleggia nel profondo dell'anima quando si è lontani da casa per lunghi periodi di tempo. Eppure l'emozione umana è complessa e multiforme e, sebbene le fotografie riflettano invariabilmente la disposizione del fotografo al momento della loro creazione, i loro significati non sono concreti. Con il tempo e, filtrati attraverso il subconscio di ogni rispettivo spettatore, i loro significati cambiano ed evolvono. E, almeno per l'autore, queste immagini sono intrise di un distinto senso di speranza.
“Una fotografia esprime le emozioni intrecciate in modo complesso che si provano quando si cattura un determinato momento, ma esiste anche separatamente, indipendentemente dall'individuo e dal tempo. È in questo che mi sento liberato da quelle emozioni. Non me ne rendevo conto in quel momento, ma attraverso quella liberazione, la mia vita è continuata. Queste immagini lo testimoniano”.
Feeling Before Seeing è pubblicato da Harbour Press ed è disponibile qui.
Tutte le immagini © Il giovane Chul Kim