“C'è una bellezza intricata nel banale che spesso passa inosservata. Le scene, i momenti e i dettagli di tutti i giorni contengono strati nascosti in attesa di essere catturati”. – Francesco Gioia
“57”, la monografia d'esordio del fotografo londinese Francesco Gioia, è un tributo poetico e visivo all'intricato arazzo della vita quotidiana.
Il fotografo fiorentino è stato uno dei preferiti The Independent Photographerda settembre 2020, quando la sua immagine sorprendente era selected come vincitore del terzo premio del ns Street Photography premio del fotografo Magnum Richard Kalvar.
Lo stesso anno, ha vinto il primo premio nel nostro 2020 Open Call premio, e nel 2o21 era due volte selected come finalista – per il nostro Premio Colore di Brandei Estes, (Responsabile della fotografia presso Sotheby's Londra) e l' Open Call premio, giudicato dal caporedattore della rivista FOAM, Elisa Medde. Più recentemente, ha vinto il 3° premio nel nostro Premio Strada 2022, giudicato dal fotografo Magnum Bruce dorato.
Anche se Gioia aveva pensato per qualche tempo di pubblicare un libro, riflette, “l'occasione giusta non si è mai presentata”. Questo finché non è stato avvicinato da Jonathan Zaoui, il fondatore dell'editore Edizioni parallele, che ha proposto il libro, garantendo a Gioia la libertà di esprimersi ed esplorare come desiderava.
Per Gioia, la sua pratica non consiste nel concentrarsi su narrazioni o messaggi specifici. Il suo scopo è invece quello di “fornire una tela per l’interpretazione individuale”. La fotografia è soggettiva. Ogni immagine porta con sé la soggettività del fotografo e dell'individuo che la guarda, consentendo di catturare un momento e interpretarlo in una miriade di modi.
“Mi piace l’idea che le persone possano trovare il proprio stories nelle fotografie e sento una connessione che va oltre le mie intenzioni e diventa per loro qualcosa di profondamente personale. “
Questo progetto incapsula la pratica di Gioia finora. Similmente a molti grandi fotografi prima di lui, è affascinato dalle complessità della vita quotidiana, scoprendo “un vasto arazzo di possibilità visive” nella sua apparente semplicità mondana.
Con acume e abilità artistica, Gioia cattura i minimi dettagli della vita quotidiana nelle strade della città: momenti fugaci che, per la maggior parte, passano inosservati ma, visti attraverso i suoi occhi, evocano un potente senso di intrigo. Flirta con l'astrazione, utilizzando una varietà di tecniche come l'inquadratura creativa, i primi piani o le lunghe esposizioni, per trasmettere il dinamismo della scena. Di tanto in tanto, scatta attraverso le finestre, le cui superfici sono parzialmente oscurate da riflessi, luce o umidità, ricordando grandi come Saul Leiter ed Ernst Haas.
Il tempismo e l'occhio di Gioia per la composizione, la trama e il colore sono davvero impressionanti. Ogni fotogramma è accattivante, un giusto tributo alla capacità della fotografia di trasformare le scene quotidiane in bellissime composizioni, ma diventano ancora più potenti se viste collettivamente, creando una somma maggiore delle loro parti già avvincenti.
Queste non sono semplici rappresentazioni della vita quotidiana (momenti di umorismo o di bellezza), ma sono rappresentazioni soggettive di come percepisce il mondo: riflessi della propria identità.
“È come un ritratto di me stesso, che riflette la mia somma contraddittoria e sfuggente di realtà diverse, dove tutte le possibilità del mio essere, gli strati, emergono.”
Gioia vive a Londra e visita regolarmente Parigi, mentre molte delle immagini nel libro sono state catturate a New York. Tali città sono piene di entusiasmo e opportunità, ma anche permeate di malinconia e solitudine. Riflette su questo, in particolare in relazione a New York, una città dove afferma di aver "vissuto sia i suoi momenti più bassi che quelli più alti per vari motivi, ma le emozioni contrastanti che ho provato mentre ero nelle sue strade trafficate ancora mi perseguitano in senso positivo".
“Ho sentito un vuoto intangibile e, allo stesso tempo, un delirio informe, una congestione di un incrocio di forze contraddittorie. Ci sono persone che, esauste per le strade di New York, decadono sotto la morsa soffocante della vita moderna. E moriranno sotto la lampada di un ufficio. New York ti trascina e ti ammalia nel suo ritmo serpentino e incessante.”
Come nella vita, le immagini in 57 non sono fissate in un significato particolare. Ne trasmettono una miriade stories, ognuno dei quali assumerà un significato diverso per ogni spettatore. E, almeno per l'autore, generano un profondo desiderio di sperimentare ciò che la vita ha da offrire: uscire. fotografare. sognare.
“La fotografia mi fa innamorare sempre più della vita, delle sue favolose peculiarità e dei suoi simboli assurdi. Invece di ancorarmi, il tempo mi fa sempre più traboccare dall’altra parte. Mi libera dalle mie certezze e mi spinge a esplorare, sperimentare ed essere curioso.
Tutte le immagini © Francesco Gioia
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57 è pubblicato da Parallel Editions ed è disponibile qui.