Harvest, la serie in corso del fotografo Luis Fabini, è un resoconto profondamente meditativo e profondamente umanistico della relazione simbiotica tra una comunità, la terra e le colture che producono.
In alto nelle Ande peruviane, le popolazioni locali conservano pratiche secolari che sono state al centro della loro esistenza per secoli. Sottovalutati, poco compresi e svincolati dalle forze della logica del mercato, i fragili sistemi che hanno creato restano comunque fondamentali per la riproduzione e la agrobiodiversità.
Il fotografo uruguaiano Fabini, un'anima intrepida, ha trascorso gran parte della sua carriera realizzando documentari a lungo termine progetti attraverso le Americhe e ha trovato ispirazione per il suo ultimo film attraverso una fonte improbabile.
“È difficile per un fotografo trovare un soggetto di cui appassionarsi, uno che lo nutrirà. Vendemmia è venuto da me mentre ero a cavallo in Ecuador, Guido la mia guida, un Chagra (cowboy locale) mi ha detto mentre stavamo cavalcando vicino alla sua piccola fattoria di famiglia che avrebbe pagato la scuola dei suoi figli con il suo raccolto di patate. – Luis Fadini
Si ritiene che sia stato coltivato per la prima volta circa 10,000 anni fa dagli Incas che, secondo le parole di Fabini “sono stati padroni del loro clima rigido che hanno fondato una civiltà che ha ancora molto da insegnarci”, questo umile ortaggio un tempo cresceva spontaneo sulle pendici delle Ande peruviane, e proprio qui, nella nazione natale di sua madre (e dove aveva trascorso del tempo da bambino) Fabini avrebbe iniziato il suo viaggio.
Abili permacultori, che possedevano un'eccellente conoscenza del territorio, gli Incas crearono sistemi complessi che sostennero il più grande impero dell'America precolombiana per oltre un secolo, ma, in seguito all'arrivo degli spagnoli conquistadores nel 1526, questa conoscenza era del tutto persa.
Tuttavia, i resti sopravvivono ancora attraverso i loro antenati, le comunità andine le cui vite sono definite da una serie di "movimenti": pratiche sociali, culturali, economiche e simboliche, tramandate di generazione in generazione e ripetute ad ogni ciclo agricolo, con grande assiduità.
Attraverso l'immersione totale in queste comunità, Fabini è stato in grado di catturare questo ricco patrimonio culturale con grande chiarezza. Un arazzo di colori e trame, il suo immaginario schietto e accattivante ritrae il rapporto intrinseco tra terra e persone; reciprocità; riverenza e rispetto.
Nella nostra epoca globalizzata in cui l'agricoltura intensiva monoculturale aggrava ulteriormente la distruzione ambientale e dove tale enfasi è posta sul progresso tecnologico, Vendemmia, è un potente richiamo al valore dei metodi tradizionali di produzione e un convincente tributo alla tenacia perenne dello spirito umano.
“Se distogliamo lo sguardo anche solo per un momento dall'agitazione e dall'urgenza che riempiono le nostre giornate e testimoniamo le diverse temporalità vicine e lontane, queste nuove realtà arricchiscono la nostra comprensione del mondo e di noi stessi in esso. Ampliano la nostra concezione del pianeta che abitiamo e ci permettono di percepire la magnificenza alla base della nostra esistenza quotidiana come individui e comunità e come possiamo fare la differenza”.– Luis Fadini
Tutte le immagini © Luis Fabini